On The Road 15 giorni in Francia: Parigi, Normandia, Bretagna e Valle della Loira

Se siete spaventati all’idea di affrontare un on the road in Francia… fate bene! Scherzo ovviamente, ma di certo è un on the road che va preparato con cura e durante il quale i tips che andrò a suggerirvi potrebbero essere molto utili per non eccedere con il budget e riuscire a non perdervi le tappe “must to see”.

PARIGI VAL BEN 4 GIORNI

La nostra avventura è partita con 4 giorni a Parigi (ma della città parliamo meglio in un articolo dedicato, in cui trovi oltre ad un mini itinerario anche indirizzi utili per dormire e mangiare senza spendere il consueto capitale che Parigi sembra richiedere). Essendo agosto devo dire che la situazione era piuttosto sotto controllo a livello turistico, non è esattamente la meta cittadina scelta in piena estate e dunque, per assurdo, anche le code per le attrazioni possono risultare meno limitanti. Il caldo afoso e la possibilità di piogge sporadiche non agevolano le lunghe camminate, ma sicuramente può essere un buon punto di partenza del vostro tour. Dai due ai 4 giorni di acclimamento francese prima di procedere con il noleggio e ritiro dell’auto. Noi l’abbiamo fatto dall’aeroporto di Orly ed è iniziato il viaggio verso la Normandia.

NORMANDIA: ROUEN, GIVERNY, ÈTRETAT, HONFLEUR, BAYEUX, D-DAY PLAGUE

Il primo shock dell’arrivo in Normandia è stato sicuramente il freddo. Si cambia completamente temperatura, anche in piena estate, e per quanto potessimo aspettarcelo, la valigia non era propriamente preparata in modo corretto. Il vantaggio della prima tappa a Rouen, oltre ovviamente alla possibilità di visitare questa deliziosa cittadina, è anche la presenza di un H&M con cui fare subito rifornimento di maglie a maniche lunghe. Serviranno. 

Rouen è famosa per la sua Cattedrale Notre-Dame (si come quella parigina), primo elemento che sicuramente svetta nel centro della città e che merita una visita. In realtà anche solo girare per le viuzze del centro è piacevole e ti permette di scegliere dove pranzare, cercando una soluzione all’apparente salasso che ogni pasto in Francia sembra dover provocare. È da Rouen che inizia il nostro rapporto privilegiato con le crepes salate, di cui un nutrizionista non sarebbe particolarmente felice, ma si può sempre compensare con i chilometri a piedi. A Rouen inoltre si può visitare il Gros-Horologe (noi abbiamo scelto di vederlo solo dall’esterno, ma volendo si può entrare e visitare anche il museo), la Chiesa Saint-Maclou, gioiello dell’arte tardo gotica: l’edificio si trova accanto alla cattedrale in uno dei quartieri più antichi di Rouen ed è veramente bellissimo per gli amanti di questo stile archietettonico. Sempre qui si trova la Chiesa dedicata a Santa Giovanna D’Arco, in Place du Vieux-Marché: la stessa piazza fu messa al rogo Giovanna d’Arco. Rouen a questo spaccato storico importante ha dedicato anche il museo L’Historial Jeanne-d’Arc, inaugurato nel 2015, il più grande “contenitore” al mondo di storia di questo incredibile personaggio femminile.

Il secondo giorno in Normandia lo dedichiamo a Giverny, la città di Monet che qui ha vissuto e lavorato dal 1883 al 1926. L’attrazione principale infatti è la visita della sua casa. Chiamarla casa direi che è riduttivo in quanto si tratta di una enorme tenuta, con ettari di giardino oltre al famoso ninfeo. Se vi chiedete se ne valga la pena o sia più una “turisticata” la risposta è che ne vale assolutamente la pena, pur essendoci ovviamente molti turisti. Per spezzare una lancia a favore della Francia, però, devo dire che è tutto sempre organizzato in modo rigoroso, difficilmente si fanno grandi code o si hanno problemi di ordine pratico. Monet è in assoluto il mio pittore preferito (tra i non contemporanei) e visitare il ninfeo è stato per me incredibile, da solo vale la visita, perché ti sembra lettteralmente di camminare in un suo quadro. Inoltre non ho potuto fare a meno di soffermarmi affascinata sui tanti pittori, amatoriali e non, e studenti d’arte intenti a disegnare e schizzare sui loro quaderni in cerca di ispirazione. Un luogo davvero magico.

Anche visitare la sua abitazione vera e propria ha un che di magico, ogni stanza ha un colore diverso, con pezzi di arredo unici, decorazioni provenienti da varie parti del mondo (anche in seguito ai viaggi del pittore e alle sue fonti di ispirazione creativa). Per un attimo mi sono sentita come nel film Pleasantville, quando il mondo torna finalmente a colori (se non avete mai visto questo film, per favore, guardatelo). La visita alla Casa Museo occupa tutta la mattinata fino a circa ora di pranzo, pranzo che potete concedervi in uno dei bar o ristorantini del borgo, subito fuori l’area della Fondazione Monet. Prezzi non proprio economici, ma ne vale la pena pur di trascorrere ancora un’oretta in questo luogo che sembra fuori dal tempo e dello spazio di una normale città europea di oggi.

Nel pomeriggio, dopo una mattinata dedicata all’arte e alla cultura, sentivamo bisogno di natura e ci siamo dunque spostati verso Les Andelys. Qui con una passeggiata fattibilissima anche da gambe poco allenate potete salire fino alle rovine del Chateau Gaillard, immerso (e anche un po’ divorato) dalla natura. Tutt’intorno pascoli di mucche e caprette e un paesaggio letteralmente mozzafiato. Dopo i giorni a Parigi e il primo impatto con una Normadia “cittadina” avevamo decisamente bisogno di una pausa naturalistica.

Pausa naturalistica, e che pausa, che proseguirà anche il giorno seguente, ci attende infatti una delle tappe più attesa della vacanza, la visita alle Falesie di Étretat. Premessa: come si sarà ormai capito noi viaggiamo in modo piuttosto “wild”, programmiamo, ma improvvisiamo anche molto. Non ci informiamo mai prima su dove sia meglio parcheggiare, seguiamo l’istinto. Voi potete tranquillamente non fare come noi 🙂 Perché vi dico questo parlando dell’arrivo ad Ètretat? Perché parcheggiando “a caso” senza esserci ben informati ci siamo riservati una delle più belle passeggiate mai fatte nella vita, ma allo stesso tempo una grande scomodità per il ritorno (che ha costretto Ale a qualche chilometro in più a piedi per recuperare l’auto, le mie gambe non rispondevano più ai comandi). Detto questo gli itinerari turistici vi consiglieranno di visitare le Falesie partendo dal lungomare, noi abbiamo fatto esattamente l’opposto, ovvero abbiamo lasciato l’auto a circa due terzi della salita della Falesia più a est e da lì siamo poi scesi a piedi passando letteralemente in mezzo alla roccia, alle grotte e scalando alcuni tratti con scale a pioli. Lo rifarei? Sì! Mi sento di suggerirlo a tutti i turisti che volessero prendere spunto dai miei itinerari? NO! Ma intanto, cosa sono le Falesie? Sono delle formazioni rocciose calcaree scavate dai venti e dalle acque impetuose della Manica. Si estendo per circa 130km, area denominata Costa d’Alabastro. L’imponenza vertiginosa, i contrasti del blu del’acqua, delle rocce, della luce del sole e del verde circostante rendono i paesaggi assolutamente mozzafiato. Di posti nel mondo ne ho visti, ma le Falesie di Ètretat, Francia, Europa, rimangono ad oggi uno dei più belli, sicuramente nella mia top 10. Dopo le fatiche della passeggiata ci si rifocilla in centro, in uno dei tanti caratteristici ristorantini, noi siamo entrati nel primo con un posto disponibile e siamo rimasti estasiati dalla specialità locale, ovvero la zuppa di cozze, da scegliere in diverse varianti. Ricordatevi di questa zuppa di cozze, vi salverà in numerose occasioni in questa zona, ad un prezzo accessibile.

Pomeriggio ed è già tempo di spostarsi verso Honfleur, rimanendo sulla costa e attraversando il famoso Ponte di Normandia. Honfleur è una deliziosa cittadina medievale, molto turistica nei pressi del porto, meno scontata nei vicoli interni, ricchi di sorprese, mercatini nascosti, negozi vintage e di antiquariato. Se nei primi istanti non ne sono rimasta particolarmente affascinata, forse a causa della stanchezza, man mano che camminavamo ho recuperato sprint e ho iniziato a guardarla con occhi diversi, fino a dispiacermi di doverla lasciare. Ci manca qualche chilometro per arrivare a Bayeux, che decidiamo di visitare in serata-notturna, complice la consapevolezza che ci sarà uno spettacolo di luci e musica sull’esterno della cattedrale gotica, denominata ancora una volta, Cathédrale Notre-Dame. Anche in questo caso una passeggiata per i vicoli della città è d’obbligo, con un’atmosfera che a metà tra l’antico e il moderno di alcuni localini e ristoranti. Non mancano le tante case colorate con facciata a graticcio a cui ormai siamo abituati dopo questi giorni in Normandia.

La mattina successiva è la volta di un tuffo nella storia, ci dirigiamo infatti verso Arromanches-Les-Bains, qui infatti si trova la famosa spiaggia dello sbarco in Normandia del 1944, conosciuta anche come la D-Day Plague, si tratta dello sbarco che diede avvio ad una serie di eventi cruciali per il termine della Seconda Guerra Mondiale. È ancora mattina presto quando ci arriviamo, e dunque non c’è davvero nessuno. Possiamo ascoltare il rumore del mare, osservare l’alta marea e il paesaggio attorno, leggendo i numerosi pannelli informativi che ricostruiscono quelle drammatiche giornate, drammatiche ma ricche di speranza e coraggio. Facciamo tappa anche al Memorial e Cimitero Americano a pochi minuti di auto, un pugno nello stomaco. Una distesa di croci bianche si di un prato verde perfettamente curato e di fronte l’azzurro del mare.

MONT SAINT-MICHEL – DINAN – SAINT-MALO – CAP FREHEL / FORT LA LATTE – VANNES – CARNAC

Ed è pensierosi che ci dirigiamo verso la nostra tappa pomeridiana, anche questa molto attesa, ovvero Mont Saint-Michel. Patrimonio mondiale UNESCO dal 1979, per ottime ragioni. Uno dei siti più famosi di Francia e di conseguenza più visitati. Abbiamo scelto di visitarlo di pomeriggio sperando in un tramonto mozzafiato e nel poter vedere bene lo spettacolo della marea che si alza. Sì perché Mont Saint-Michel si trova in una baia teatro delle più grandi maree dell’Europa continentale. Spesso improvvise, e di conseguenza anche pericolose. Se pochi minuti a piedi stavi raggiungendo a piedi la meta, pochi minuti dopo potresti ritrovarti a correre sul ponte. Ed ecco perché è vietatittismo avventurarsi da soli nella baia. I monaci fondarono in tempi medievali un monastero sul Mont-Tombe dopo 3 apparizioni successive dell’Arcangelo Gabriele, l’insediamento religioso pian piano prese la forma di un piccolo borgo fortificato e indipendente. Circondato da queste maree improvvise, che di giorno, nella maggior parte dei casi, lasciano spazio ad un paesaggio lunare fatto di fondo marino sabbioso e salino. Nei secoli il luogo è stato poi adibito ad usi differenti, per il periodo più lungo a prigione, anche. Grazie ad importanti restauri eseguiti nel 2005 è il luogo che possiamo visitare oggi, Abbazia compresa, davvero meravigliosa, anche se alcune zone sono ancora chiuse e in attesa di manutenzione. Noi abbiamo deciso di fare a piedi la tratta pomeridiana per arrivare a Mont Saint-Michel, e di prendere invece uno degli autobus gratuiti che fanno avanti e indietro per tornare all’area del parcheggio. Un po’ per stanchezza, un po’ per goderci dal ponte la vista della marea in arrivo, quella marea che trasforma il Monte in un’isola quasi inaccessibile.

La sera è occasione per iniziare a trasferirci in Bretagna, gustare una incredibile cena a base di frutti di mare crudi, dalla pesca (o coltivazione) al piatto. Ostriche soprattutto. Il posto che vi consiglio (e NB, è il primo ristorante che cito in tutto il post, il secondo arriverà nella Loira), si chiama La Degust e si trova a Saint-Méloir-des-Ondes.

La mattina successiva è la volta della visita di due città medievali, molto diverse tra loro, ognuna con il proprio fascino. Parlo di Dinan e Saint-Malo. Dinan è una citta medievale, tra terra e mare, con oltre 3 km di bastioni a circondarla e tutti i fasti di un tempo riconoscibili nelle facciate delle case a graticcio, nel castello e nei vicoli ben curati, ricchi di portoni storici decorati, oggi sede di botteghe artigiane, di vetrai e manifatture di pregio. Nonostante il giorno della nostra visita pioggia e vento facessero da padroni (e io in preda ad un attacco di allergia da tessuto che da quel momento in poi mi ha costretta ad abbandonare qualsiasi indumento sintetico a contatto con la pelle + 10 giorni di cortisone al rientro dalle ferie, ma questa è un’altra storia. Non fidatevi dei farmacisti francesi, specie se parlano un inglese stentato), è stata per me una tappa suggestiva che ha scatenato non poca della mia vena fotografica. A breve distanza si trova Saint-Malo, anche’essa cittadina medievale, circondata da imponenti mura sopra le quali si può compiere una passeggiata perimetrale con splendida vista sul mare. Qui siamo stati graziati da qualche raggio di sole e ci siamo goduti il pomeriggio finalmente “estivo”, è una meta turistica anche per i francesi stessi che qui o nei dintorni hanno quella che noi chiamiamo “la casa vacanze”.

Una notte ristoratrice perché la giornata successiva sarà piuttosto impegnativa. Sveglia di buon mattino per dirigerci infatti a Cap Frehel da qui faremo un trekking di circa 9km (prevalentemente in piano, quindi fattibilissimo), andata e ritorno per arrivare fino a Fort La Latte. Ed eccoci al colpo di scena della vacanza, perché se in partenza avevamo di nuovo pioggerellina, vento e immancabike k-way, verso metà strada il cielo si apre in un azzurro intenso regalandoci uno degli spettacoli naturali più belli mai visti. Da un lato il viola delle ginestre, dall’altro il blu dell’oceano. L’unica cosa che posso fare è mostrarvi delle immagini e invitarvi caldamente a visitare questa meta (pubblicando gli scatti su Instagram ho scoperto che non sono stata ovviamente l’unica ad amarla così tanto!).

Resto della giornata trascorso tra Vannes e Carnac, mete che forse avremmo potuto tagliare, lo dico con totale onestà, ma a Carnac è presente una lunghissima spiaggia sabbiosa e si tratta di una località balenare (non avesse fatto così freddo), quindi tutto sommato anche un pomeriggio di ozio al mare può essere una valida concessione per ritmi così sostenuti. Fate solo attenzione a locali e ristoranti, perché vista la tipologia di località i prezzi sono ancora più esponenziali del solito.

VALLE DELLA LOIRA

Ricaricati dal pomeriggio marittimo, la mattina successiva è il momento di iniziare l’ultima parte del nostro viaggio che vedrà protagonisti i famosissimi Castelli della Valle della Loira e nello specifico partiamo da Angers. Il Castello di Angers è ottimamente conservato, sia negli esterni (giardini splendidi, specie se visti dall’alto del ponte, prima di entrare), visitabile interamente, museo compreso, ne vale assolutamente la pena. Così come vale la pena di fare una passeggiata nella cittadina, anch’essa medievale, con splendidi esempi di architettura dei tempi e nuovamente le nostre amate facciate a graticcio. Pranzo al sacco (benedetti supermarket che ci hanno salvati dalla bancarotta e dei grassi in eccesso durante questo viaggio!) e via verso Villandry. Il cui Castello è stato in assoluto il mio preferito tra quelli visitati. I giardini e l’orto mi hanno lasciato davvero a bocca aperta, così come il lago interno. Davvero incredibile la cura con cui, ancora oggi, si cerca di mantenere vivi quelli che devono essere stati i fasti dell’epoca.

Notte a Tours che sarà la nostra base per questi giorni nella Loira, e la mattina successiva è la volta del Castello di Chenonceau, uno dei più famosi, effettivamente per ottime ragioni. Splendidi i giochi di luce tra il blu del fiume e le pareti bianche del Castello stesso, splendidi gli interni riccamente decorati e interamente visitabili in un ottimo stato di conservazione. All’ora di pranzo ci spostiamo verso la cittadina medievale di Loches, anche qui si trova un Castello, anche se meno famoso e blasonato, ma, oltre alla bellezza della cittadina, una vera bomboniera, abbiamo un ottimo motivo per dedicare una tappa a Loches, ovvero il ristorante Amore Mio, italianissimo vero, super garanzia, firmata dalla famiglia Montesano, ovvero quella della mia amica di sempre Valentina, che è rimasta qui nel milanese con noi, ma la sua famiglia ha aperto questo ristorante italiano nel cuore di Loches. E anche se di solito non mangio italiano fuori dall’Italia, questo pranzo è stato diverso, oltre che delizioso, un po’ emozionante.

Riposo e qualche lavatrice perché stiamo davvero per terminare le risorse di bagaglio e la mattina successiva siamo pronti per il Castello di Amboise, forse il più piccino tra quelli visitati, ma non per questo meno affascinante e ricco di storia, anch’esso con un bellissimo borgo da visitare.

Cerchiamo di non fare troppo tardi nel pomeriggio per goderci una visita anche della città che ci sta ospitando in queste notti, ovvero Tours. Si accede al centro storico passando accanto all’imponente Hotel de Ville (Palazzo Municipale). Il fulcro del centro storico vi farà sentire per un attimo come nel cartone La Bella e la Bestia (che però è ambientato in Alsazia), ma vuoi le archietetture simili, vuoi nuovamente le facciate a graticcio la sensazione restituita è simile. Ci si può perdere nei vicoli pieni di bar, ristoranti, negozietti, botteghe artigianali. Noi abbiamo visitato anche il Mercato Coperto (Halles De Tours – sapete della mia passione per i mercati…) e la splendida Cattedrale, molto suggestiva per le vetrate decorative che regalano incredibili giochi di luce colorate all’interno.

Finisce così la nostra avventura francese… o forse no? Perché l’auto a Parigi dobbiamo riportarla, e dunque passare vicino ad un certo Castello, forse il più famoso al mondo. Sì, avete intuito giusto. Il nostro ultimo giorno, ripartiti da Tours la mattina successiva, è stato interamente dedicato alla visita di Versailles (richiede un giorno intero ragazzi, non si può pensare a meno). Abbiamo poi riconsegnato l’auto, dormito in un Hotel attaccato all’aeroporto di Orly (walking distance) e da lì ripartiti all’alba del giorno dopo.

RICAPITOLANDO:

Viaggio di 1.200km in auto circa

Budget a testa compreso noleggio auto e benzina (ma alloggiando in soluzioni economica da 2 stelle / 3 max): 1.200€ + voli (compagnie low cost con 1 bagaglio a mano a testa + 1 grande imbarcato condiviso)

Pasti: cercare di alternare i pasti a ristorante con spuntini organizzati in autonomia acquistando beni primari al supermercato (sia per budget che per cercare di mangiare sano)

Ingressi musei/castelli/attrazioni: circa 200€

Viaggio intenso con molte tappe, sicuramente rivedibile per renderlo più corto sia in termini di giorni che di numero e intensità delle tappe e delle attività (trekking ecc.)

PER QUALSIASI CONSIGLIO DETTAGLIATO SU DOVE DORMIRE, COME ORGANIZZARSI CON LA GUIDA, CON IL CIBO ECC. CONTATTATEMI ATTRAVERSO IL MODULO APPOSITO – CLICCA QUI