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3 giorni a Valencia: itinerario e consigli
Sognavo un weekend a Valencia da anni e, finalmente, il 2024 è stato l’anno giusto: mio marito mi ha regalato per il mio compleanno i biglietti aerei e tra la fine di maggio e l’inizio di giugno siamo andati alla scoperta di questa splendida città spagnola.
Perché desideravo tanto visitare Valencia? Perché dopo aver letto guide e post online e aver visto molte foto, ero davvero curiosa di scoprire di più su questa città, dai forti contrasti tra antico e moderno, dall’ottimo cibo e, a quanto pare, anche con un’ottima qualità della vita. 3 giorni sono pochi per dirvi se effettivamente vivere a Valencia sia la svolta, ma di sicuro, da “turista” ho respirato un clima assolutamente sereno e coinvolgente e ho notato anche un’ottima efficienza nei mezzi di trasporto (non sempre scontata in Europa).
Valencia: cosa vedere in 3 giorni
Noi abbiamo scelto un Hotel in pieno centro, precisamente nella Plaça del Mercat, Piazza del Mercato, ottimo punto di partenza per visitare tutti i monumenti più importanti del centro e anche per avere a disposizione un vasto range di mezzi urbani che portano invece verso le zone più periferiche della città, ma altrettanto significative (il lungomare ad esempio, e ovviamente la Città delle Arti e della Scienza).
Siamo arrivati prestissimo di sabato mattina e, dopo una rapida sosta in Hotel (doveva essere solo per lasciare le valigie, ma la camera era già pronta e abbiamo dunque potuto cambiarci per affrontare il caldo valenciano di fine maggio!), siamo partiti all’esplorazione del centro storico della città per farcio un’idea di cosa visitare e in che ordine.
IMPORTANTE: in aeroporto all’arrivo, dirigendosi verso la metropolitana che porta direttamente al centro città, troverete una zona Info Point in cui sarà possibile ritirare la Valencia Tourist Card (se acquistata online) o acquistarla. Il mio consiglio è assolutamente di usufruirne in quanto sono compresi tutti i mezzi pubblici, gli ingressi gratuiti a numerose attrazioni della città e gli sconti per altrettante altre. Potete scegliere la validità dalle 24 alle 72 ore (ma c’è anche la versione speciale fino a 7 giorni).
Non appena persi per le prime vie del centro ho guardato Ale e ho pronunciato la fatidica frase: “Io qui ci vivrei”. Non è una battuta e non lo dico sempre, anzi. Quando lo faccio di solito sono molto molto seria, ed è una frase che per me racconta un colpo di fulmine.
Il centro sotrico, o città vecchia, si sviluppa in quello che viene chiamato barrio del Carmen, il barrio è ciò che noi chiamiamo quartiere, e a Valencia ospita così tante opere d’arte, chiese, palazzi storici, musei e resti antichi nell’arco di pochi metri che è davvero complesso indicarvi cosa vedere. Ci provo lo stesso partendo dai miei preferiti:
- Plaça del Mercat, Piazza del Mercato. Qui trovate l’ingresso principale al mercato centrale valenciano, rinomato perché è il più grande mercato di prodotti freschi in Europa, ma offre anche un’ampia selezione eno-gastronomica nei vari stand, chioschi e localini al suo interno. Sarà affollato, profumato, caloroso e movimentato. Qui non serve sedersi a tavoli patinati, basta individuare chi può affettarvi del prosciutto serrano e metterlo in un panino, magari con del formaggio locale. E via che si degusta in piedi curiosando qua e là. La struttura è in stile modernista, ricorda quasi lam Torre Eiffel. Naso all’insù per le affascinanti geometrie delle cupole del soffitto. Ingresso libero e gratuito.
- La Lonja de la Seda. Situata a pochi metri dal mercato (dunque ottime attrazioni da visitare in combo), la Borsa della Seta è PATRIMONIO UNESCO (e l’ingresso è gratuito con la Valencia Tourist Card). Occupa una superficie rettangolare di circa 1990 mq, la costruzione risale al XV secolo e ciò che rimane particolarmente impresso per la sua spettacolarità le spettacolari sono le colonne elicoidali della Sala dei Contratti, con i doccioni e le figure delle facciate in stile gotico. Noi ci siamo stati nel primissimo pomeriggio, intorno alle 14, quando la luce più forte di tutta la giornata creava dei giochi di riflessi incantevoli. Da sapere: la domenica, fin dalle prime ore del mattino, proprio fuori dalla Lonja c’è il cosiddetto “mercato dei collezionisti”: un mercatino di scambio, acquisto e vendita di oggetti antichi da collezione. Si possono trovare francobolli, monete, banconote, giornalini, dischi, figurine, libri. Io condivido questa informazione ovviamente con gli occhi a cuore.
- Iglesia di San Nicolás, anche conosciuta come Chiesa di San Nicolás de Bari e San Pedro Mártir de Valencia. Cosa ci fa Nicola da Bari a Valencia vi starete chiedendo? Ed effettivamente me lo sono chiesta anche io, ecco perché è molto utile prendere l’audioguida (disponibile in tutte le lingue) che vi verrà consegnata all’ingresso (a tariffa ridotta con Valencia Tourist Card). La chiesa risale al XIII secolo, anche se solo di recente sono stati riportati alla luce e restaurati gli incredibili dipinti sulle volte del soffitto che hanno fatto guadagnare alla Chiesa il soprannome di Cappella Sistina Valenciana. Soprannome guadagnato a pieno titolo, io personalmente sono rimasta senza parole. Da sapere: lo spazio è limitato, la coda che si può formare all’ingresso (quasi invisibile, da un vicolo), può essere lunga, ma, portate pazienza perché ne vale la pena.
- Cattedrale di Valencia e Sacro Graal. Ebbene sì, il Sacro Graal, o calice che dir si voglia, quello che ha ossessionato migliaia di pellegrini religiosi da tutto il mondo (ma anche di fan dei libri di Dan Brown), si trova proprio a Valencia, in una Cappella apposita all’interno della Cattedrale. Considerando l’aura di stranezza del periodo della mia vita in cui sono stata in città ho deciso di sedermi a riflettere un po’ di fronte a questo calice dalla storia millenaria, si dice infatti che sia proprio la coppa con cui Gesù celebrò l’Ultima Cena. In questa cappella sono presenti due curiose pietra dalla forma ovale, si dice che siano state scavate con questa forma dalle genuflessioni dei pellegrini di qui passati nei secoli. Ma oltre al Graal, tutta la Cattedrale merita una visita (anche in questo caso comodissima con l’audio-guida, ingresso scontato del 20% con Valencia Tourist Card). Incredibili gli affreschi rinascimentali dell’Altare Maggiore che rappresentano 12 angeli con gli strumenti musicali dell’epoca, inoltre, per i più “sportivi” e amanti dei panorami, è possibile salire sulla Torre del Miguelete (207 gradini per godere di una magnifica vista della città).
- Piazza di Manises ospita la sede del Governo della Comunità Autonoma di Valencia, il Palau de la Generalitat, un edificio medievale tardo-gotico e la vicina Piazza Redonda ha la particolarità di una forma circolare semi-chiusa che raccoglie al suo interno numerosi negozi, botteghe e chioshi che vendono oggettistica.
- Le Torres de Quart, sono un esempio di costruzione militare del tardo gotico. Sono delle vere e proprie porte fortificate che un tempo segnavano l’ingresso in città, per un certo periodo furono anche utilizzate come sede del carcere femminile. Insieme alle Torres de Serranos formano l’esempio più importante dell’architettura militare valenziana, anch’esse in stile gotico. Attraversando queste ultime ci si ritrova su uno splendido ponte, sotto cui un tempo scorreva il fiume, mentre oggi corre un incredibile e lunghissimo parco ben curato, amato dai locals come ritrovo per pic-nic, gioco dei bambini, corsetta sportiva. Il ponte è palcoscenico per tantissimi artisti di strada, noi ci siamo fermati a guardare un busker che con le sue bolle di sapone giganti all’ora del tramonto aveva attratto un’orda di visitatori e bambini felici.
- In una visita a Valencia non può mancare la tappa (necessaria almeno mezza giornata, se non di più) alla famosa Città delle Arti e della Scienza, quartiere iper moderno, opera dell’architetto valenziano Santiago Calatrava: molti degli edifici qui presenti sono diventati oggi simbolo della città. Raggiungere questa zona dal centro è piuttosto semplice, il metodo più comodo è un bus che lascia in una posizione perfetta per iniziare il camminamento e dirigersi poi verso L’Oceanografico, l’acquario più grande d’Europa. Noi avevamo ricevuto i biglietti di ingresso in regalo ancora prima di partire, ma anche in questo caso la Valencia Tourist Card vi permette di ottenere degli sconti sui costi di ingresso all’acquario. Ne vale la pena? Sicuramente sì, specie se viaggiate con i vostri bimbi che ne rimarranno sicuramente affascinati. Si tratta di un Acquario in parte all’aperto e in parte al chiuso, con un percorso suggerito che consente di passare da una zona e padiglione all’altro.
- Dalla Città delle Arti e della Scienza l’ideale è dirigersi verso La Marina, ovvero la zona del lungomare di Valencia, con una lunghissima spiaggia di sabbia fine e dorata, moltissimi stabilimenti balneari, hotel e ristorantini di pesce. Non c’è nulla di particolare da vedere qui, ma se si vuole godere di un pomeriggio in spiaggia o semplicemente di una bella passeggiata con la brezza marina, ecco, Valencia è anche questo, una città di mare.
- Infine, ma non per importanza, Valencia è ricca di street art. La potete trovare nascosta in ogni vicolo e angolo del centro, ma se siete appassionati del genere dovreste decisamente fare una passeggiata Calle de los colores (Calle de Moret) una grande galleria d’arte urbana a cielo aperto.
Valencia: indirizzi utili per mangiare (e bere)
Tutta la Spagna è famosa per il mangia e bevi, e noi italiani di solito apprezziamo una cucina che è in qualche modo vicina alla nostra, per ricchezza di sapori e porzioni abbondanti. Noi non ci siamo risparmiati e abbiamo assaggiato un po’ di tutto, dai semplici (ma ottimi!) panini presi al Mercato Centrale, alla famosissima paella valenciana, che è a base di carne di pollo e coniglio, con abbondanti verdure.
Noi abbiamo scelto di gustarla a La Cigrona, ristorantino familire vicino a Torres de Serranos per la prima cena, mentre per la seconda cena siamo rimasti nei vicoli antichi del centro ricevendo un’accoglienza speciale da Casa Eulogio, ristorante storico a conduzioni familiare, in cui abbiamo scelto dal menù tutte le tapas possibili (per non dire di non aver assaggiato qualcosa!).
Bar Los Pica Piedra è stato invece scenario del mio momento di ebrezza assaggiando il famoso cocktail Agua de Valencia, che, ovviamente, di acqua non ha nulla al suo interno. Si tratta infatti di un mix di: gin, vodka, cointreau, cava, succo di arancia e zucchero. Una vera bomba alcolica, da accompagnare con tapas (e nonostante questo ero decisamente allegra per i miei standard quando abbiamo ripreso la camminata, se non siete grandi bevitori, e io pensavo di essere una ottima bevitrice, dividetene uno in due).